Lavorazioni principali
Aratura
Rappresenta la classica lavorazione principale.
Essa va eseguita quando il terreno è in tempera, ossia in quello stato di umidità tale da permettere una facile lavorabilità, associata ad una buona disgregazione della zolla di aratura. La profondità d’aratura è di 40-50 cm per sfruttare il più possibile l’accumulo delle acque meteoriche e e l’effetto dell’interramento completo dei residui colturali e dei fertilizzanti organici mediante il ribaltamento della fetta di terra.
Nei terreni argillosi è di fondamentale importanza intervenire precocemente (luglio-agosto), mentre nei terreni sciolti tendenti al limoso è invece preferibile posticiparla onde evitare il costipamento.
La diffusione della barbabietola nelle grandi aree maidicole del nord, avvenuta negli ultimi anni e la ridefinizione dei bacini bieticoli, dovuta alla recente riforma comunitaria dell’OCM zucchero, pongono problemi nuovi come la scelta delle lavorazioni principali. Queste infatti devono tenere conto di avvicendamenti con colture che precedono la bietola a raccolta tardiva nonché della natura del terreno spesso di tipo limoso-sabbiosa.
Per soddisfare le specifiche esigenze di porosità e permeabilità del terreno che la bietola richiede, è anche possibile effettuare lavorazioni principali alternative all’aratura (le cosiddette lavorazioni “a due strati”) che si sono affermate in talune zone, consistenti nella discissura del terreno in profondità e nel rovesciamento dello strato di suolo più superficiale mediante l’uso di apposite attrezzature.
Araripuntatura
È la classica lavorazione a due strati: aratura superficiale (30 cm) e sottoripuntatura (ulteriori 20 cm). E’ possibile svolgere l’operazione in un unico passaggio con l’aratro-ripuntatore.
Rispetto all’aratura profonda, consente un significativo risparmio energetico, evita la formazione della suola e contiene il fenomeno della mineralizzazione spinta della sostanza organica, tipico dell’aratura, e causata dal ribaltamento delle zolle e dalla loro esposizione agli agenti meteorici. In definitiva si può sostenere che, nella maggior parte dei casi, tale tecnica è più conservativa della fertilità del suolo, rispetto all’aratura profonda (vedi anche il box alla pagina seguente su “Cosa fare in condizioni particolari”).
Ripuntatura
E’ alternativa all’aratura e adattabile a differenti situazioni. Si possono infatti utilizzare più tipologie di ripuntatori e si può operare a diverse profondità e differenti sensi di lavorazione (longitudinale e/o trasversale all’appezzamento).
Un esempio può essere quello di attrezzature dotate di 2-3 lance ripuntatrici che raggiungono una profondità anche di 70 cm i cui organi ripuntatori possono anche essere dotati di ogiva “talpa” per scavare canali temporanei di drenaggio sotterranei .
L’adozione della ripuntatura comporta tuttavia una più attenta gestione delle lavorazioni secondarie che dovranno essere eseguite con terreno avente il giusto tenore di umidità anche negli orizzonti più profondi.
Rotoararipuntatura
Anche questa tecnica utilizza attrezzi muniti di lance ripuntatrici fino ad una profondità di 70 cm ma combinate, sullo stesso attrezzo, con ancore a denti concavi o convessi. Queste ultime penetrano ruotando nel terreno fino ad una profondità di 45 cm e proiettano il terreno contro una griglia che ne provoca una prima disgregazione.
Vangatura
La vangatura si propone anch’essa come alternativa all’aratura, con il vantaggio che lascia il terreno in condizioni di zollosità di dimensioni inferiori. Tale tecnica è anche particolarmente indicata per le lavorazioni da effettuarsi nei mesi autunnali con terreni umidi. L’attrezzo generalmente ha una larghezza di 3-3.5 m e lavora ad una profondità di circa 40 cm.
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