Lisso

 

 

l lisso, conosciuto anche come
punteruolo della bietola, è un coleottero
curculionide

Il lisso, conosciuto anche come punteruolo della bietola, è un coleottero curculionide lungo 9-15 mm, con sagoma tipicamente affusolata alle due estremità, con tegumento nero ma ricoperto da una labile pruina giallo-aranciata.

 

 

Diffusione 

 

Numerose sono le specie conosciute (fino a una settantina), anche se quella più comune su barbabietola è il Lixus junci, diffusa nell’area mediterranea e in Italia.

 

Ciclo 

 

Gli adulti dopo aver ibernato nel suolo, emigrano precocemente nei nuovi bietolai per nutrirsi delle plantule quindi depongono le uova al colletto delle giovani piante o entro i peduncoli fogliari: dopo una decina di giorni nascono le larve, che penetrano nella zona centrale del fittone e dopo altri 40-45 giorni si impupano all'inteno della radice. In giugno i nuovi adulti emergono dal terreno, ove ritorneranno con l'arrivo dei freddi.

 

Danni 

 

In passato i maggiori danni erano circoscritti alle aree bieticole del Centro-Sud, in particolare nel Foggiano, anche se sporadicamente si poteva rinvenire in Pianura Padana (Mellini, 1962).

Probabilmente a causa dei cambiamenti climatici si è diffuso a partire dalle

aree pedecollinari dell’Emilia-Romagna, del Veneto e del Piemonte. Dove presenti in elevate densità, le larve possono creare seri danni ai piccioli fogliari fino al colletto determinando, con decorsi climatici molto caldi, il disseccamento dell’apparato fogliare e l’innesco di marcescenze a livello del colletto.

 

Gli adulti non causano danni particolari sulle foglie delle giovani plantule di bietola, a differenza del cleono, in quanto si alimentano prevalentemente sulle specie spontanee prima di arrivare sulle bietole per accoppiarsi.

Il danno principale risiede a livello dei piccioli fogliari fino al colletto da parte delle larve. Alcuni fori per ciascuna bietola − indicativamente fino a 10 − non costituiscono un danno rilevante.

I danni seri iniziano qualora tutti i piccioli vengano interessati da più larve, che in concomitanza di periodi caldi e siccitosi a seguito dei cambiamenti climatici, causano il disseccamento delle foglie e il surriscaldamento dei tessuti, con conseguente discesa delle larve a livello del colletto per portare a termine il ciclo.

I successivi insediamenti di attacchi fungini favoriscono lo sviluppo di marcescenze ed elevata retrogradazione (perdita di polarizzazione),

con comparsa di zuccheri invertiti che riducono il grado di estraibilità di saccarosio in fase di lavorazione in zuccherificio.

 


Lotta

 

Gli adulti possono essere predati da uccelli e fagiani, mentre le larve all’interno dei tessuti vegetali non hanno molti nemici naturali. Nelle coltivazioni biologiche o in quelle dove non siano stati utilizzati insetticidi si trovano talvolta parassitizzazioni che non permettono alla larva di compiere il ciclo.

Si segnalano in prevalenza, come per il cleono, larve di ditteri tachinidi: Rondania cucullata sugli adulti di lisso e Zeuxia cinerea (= Estheria cristata) sulle larve (Bongiovanni, 1968). Altri parassiti segnalati sono gli imenotteri Pimpla roborator, Microbracon intercessor, Eurytoma curculionum (Casarini et al., 1999). L’utilizzo di nematodi parassiti (ad esempio Heterorhabditis, Steinernema), a differenza delle larve di cleono che si muovono nel terreno a ridosso delle radici, risulta di più difficile applicabilità in quanto le larve si trovano all’interno dei piccioli e le condizioni aeree contrastano la vitalità e l’applicazione di questi prodotti biologici

 

 

L’impostazione delle strategie di lotta deve essere volta al miglioramento dei metodi di monitoraggio, che al momento si fondano prevalentemente sull’osservazione della presenza degli adulti in particolare durante il mese di aprile per gli impianti da seme e di maggio per quelli da zucchero in cui si trovano nei bietolai nella fase di accoppiamento.

Su bietola sono rimasti in uso prevalentemente piretroidi: alfacipermetrina (attualmente il più efficace), betaciflutrin, deltametrina, esfenvalerate, lambda- ialotrina.

 

Una volta avvenuta l’ovideposizione non si conoscono attualmente insetticidi in grado di devitalizzare efficacemente le larve all’interno dei piccioli, pertanto quando ci si accorge dei fori, non si riesce più a bloccare l’attacco. Una volta usciti gli adulti che dovranno svernare potrebbe risultare efficace effettuare trattamenti insetticidi in pre-raccolta (rispettando i tempi di carenza) per ridurre il potenziale d’infestazione per l’anno successivo. 

Per le coltivazioni biologiche potrebbe risultare interessante sviluppare

prodotti a base di estratti di aglio, che hanno manifestato una buona azione di contenimento degli adulti di lisso. Una certa azione repellente hanno svolto i prodotti a base di zolfo o altre sostanze (ad esempio polisolfuri).

 

Di fatto nelle coltivazioni dove non si ricorre agli insetticidi ad ampio

spettro d’azione si ritrovano più di frequente parassitizzazioni che

limitano l’insorgenza di forti infestazioni di larve di lisso.

 

 

 

Adulto di  Lixus junc

 

Larva di Lixus junci

 

 

Danni nel fittone