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Utilizzo delle calci di defecazione

 

Le calci di defecazione prodotte negli zuccherifici sono il residuo del processo industriale di depurazione dei sughi zuccherini, reso necessario dall’esigenza di separare le impurità (chiamate genericamente non zuccheri) al fine di consentire la cristallizzazione del saccarosio.

In estrema sintesi il procedimento consiste nell’aggiunta di latte di calce ai sughi zuccherini provenienti dalla diffusione delle fettucce di barbabietola, provocando così la precipitazione dei materiali colloidali ed organici in sospensione. La successiva insufflazione aggiunta di anidride carbonica (la cosiddetta “carbonatazione”) determina infine la formazione di carbonati che inglobano le cosiddette “impurità” e che, precipitando possono essere allontanate dai sughi.

Fino ad ora le calci sono state utilizzate per svariati usi (substrato per la coltivazione di funghi, produzione di cemento); tuttavia, il valore agronomico che le contraddistingue, derivante dalla loro composizione e caratteristiche, ne consiglia un più incisivo utilizzo in agricoltura, quale correttivo, ammendante e fertilizzante.

 

Composizione e caratteristiche

Le calci sono ricche soprattutto di carbonato di calcio (CaCO3) valutato ai termini di legge come di ossido di calcio (CaO), derivanti dalla roccia utilizzata per ottenere il latte di calce e di una rilevante frazione organica (proteine, pectine, emicellulose, vari polisaccaridi).

 

Normativa di riferimento

L’utilizzazione in agricoltura delle calci quale fertilizzante, soprattutto come ammendante e correttivo, è disciplinato dalla specifica normativa sui fertilizzanti che, tra l’altro, è stata recentemente variata.

Dall’esame della nuova disciplina, emerge in particolare l’inclusione della calce di defecazione (come prodotto residuo della filtrazione dei sughi zuccherini dopo la carbonatazione) tra i Correttivi

Calcici e Magnesiaci che sono descritti nell’Allegato 3 del Decreto in vigore. Si sottolinea in particolare che le calci, a riprova della loro derivazione naturale, sono ammesse anche in agricoltura biologica.

 

L'impiego in agricoltura

L’utilizzo delle calci è così consolidato nelle realtà bieticole del centro nord Europa, come Francia, Germania ed Inghilterra, da essere considerato pratica agronomica corrente. Anche in Italia sono state condotte diverse sperimentazioni nel corso degli anni e si può affermare che gli effetti positivi delle calci sui suoli agrari sono ben documentati.

 

Le linee tecniche di utilizzo sono fondamentalmente tre, tutte estremamente interessanti, anche se, a norma di legge, le calci sono commercializzabili come correttivi:

 

1) Utilizzo come correttivo

Come noto, l’acidità nei suoli agrari determina una serie di conseguenze negative, in particolare:

• ridotta disponibilità di elementi nutritivi (Ca, Mg e K) e scarsa assimilabilità del fosforo;

• inibizione della microflora batterica con conseguente rallentamento dei processi di nitrificazione;

• condizioni di anaerobicità (cattiva strutturazione del terreno, scarsa mineralizzazione della sostanza organica);

 

Le calci rappresentano un correttivo d’eccellenza per i terreni acidi.

Tra le colture erbacee che maggiormente risentono negativamente di pH acidi si segnalano: erba medica, orzo, frumento e barbabietola da zucchero; mediamente sensibili sono anche la soia e il girasole mentre pomodoro e patata sono le colture che meglio si adattano alla coltivazione in terreni a reazione acida.

I dosaggi da apportare variano indicativamente tra 20-40 t/ha, preventivando ripetizioni nel tempo dell’intervento in quanto il potere tampone del terreno e comunque i fattori di acidificazione presenti, tendono a riportare il pH ai valori originari (è pertanto consigliabile un monitoraggio periodico del pH).

 

2) Utilizzo come ammendante

Ha l’obiettivo di migliorare le caratteristiche fisiche e/o chimiche e/o meccaniche e/o l’attività biologica del terreno. Risulta pertanto proponibile oltre che su terreni acidi anche in quelli neutri o debolmente alcalini, argillosi e con problemi di struttura. L’apporto dello ione calcio, in questi casi, migliora diversi importanti parametri, quali la stabilità di struttura, la lavorabilità, la capacità di ritenzione idrica.

 

 

Alcune prove svolte negli anni precedenti hanno confermato che ad una profondità del terreno di 40 cm, nelle tesi dove sono state distribuite le calci a diversi dosaggi, la resistenza specifica del suolo, misurata con un conopenetrometro, è diminuita di circa il 27% rispetto alla tesi senza calci. Ciò comporta innegabili vantaggi non solo per la struttura ma anche per le lavorazioni meccaniche, consentendo altresì un apprezzabile risparmio energetico.

 

I dosaggi di impiego delle calci come ammendanti, possono superare le 500 t/ha, ma già con quantità di 100-200 t/ha, eventualmente ripetibili a distanza di 3-4 anni, si ottengono ottimi risultati. Le quantità di elementi fertilizzanti apportati dovranno essere detratte dal piano di concimazione previsto per le colture che seguono. Per quanto riguarda l’azoto, va specificato che quello contenuto nelle calci è di origine organica e pertanto è reso disponibile gradualmente nel tempo (indicativamente circa 1/3 del totale viene utilizzato dalle piante nell’annata).

 

3) Utilizzo come fertilizzante per le piante

Le quantità da distribuire sono in questo caso relativamente modeste e possono variare da 10 a 20 t/ha. Gli apporti di elementi nutritivi possono variare in base al grado di umidità del prodotto ma anche dello stabilimento di produzione.

L’apporto di calci come fertilizzante può essere ripetuto ogni anno, come pratica di routine, sempre a fronte della conoscenza delle dotazioni iniziali del terreno e con riferimento alle colture previste nella rotazione.

 

Le calci hanno un impiego elettivo anche per riequilibrare il rapporto dei cationi di scambio fra calcio e magnesio restituendo caratteristiche di fertilità ai terreni che sono troppo ricchi di quest’ultimo elemento, derivanti in genere da substrati podologici contenenti materiali dolomitici in eccesso rispetto a quelli calcarei (costituiti rispettivamente da carbonati doppi di calcio e magnesio e da carbonati di calcio).

 

Modalità di distribuzione

Tenuto conto dei dosaggi consigliati, occorre programmare la distribuzione delle calci su terreno asciutto, dopo la raccolta delle colture.

Si possono adottare due modalità di distribuzione:

  • con appositi carri distributori che spandono il prodotto in modo uniforme sugli appezzamenti;
  • scarico diretto del prodotto dal camion sugli appezzamenti in modo da formare delle andane longitudinali di calci che successivamente saranno distribuite sul terreno con la livella.

La prima modalità è indicata per quantitativi modesti di prodotto; la seconda è praticata per dosaggi medio-elevati.

In tutti i casi, al fine di garantire un’incorporazione omogenea nel terreno, si rende necessaria un’aratura medio-profonda, seguita da una o più estirpature.

 

Per chi volesse approfondire l'argomento suggeriamo di leggere il nostro

Guida alla coltivazione della barbabietola da zucchero.pdf (4368285 bytes);

Carro distributore di calci

 

Distribuzione mediante livella